Noi italiani siamo un popolo curioso a doppio senso di marcia; intellettualmente curiosi verso le novità, soprattutto noi che viaggiamo in Volvo, lo siamo altrettanto nella passione che ci guida verso le storiche tradizioni culinarie che arrivano da Oriente. Così è divertente descrivere con termini giapponesi quello che accade da sempre nei nostri borghi marinari e cioè degustare il pesce crudo.
Siamo al porto di Anzio, l’antica Antium, per lungo tempo capitale dei Volsci e oggi ridente e raffinata località abbellita di ville nobiliari importanti già ai tempi della Roma antica. Un po’ più ai giorni nostri, gli Americani, arrivati qui in massa il 22 gennaio del 1944 con il famoso sbarco che tanta libertà ci avrebbe restituito, non trovarono però Romolo che avrebbe aperto la sua trattoria di pesce solo nel 1968.
In un’atmosfera di grande vivacità, allegria e lieve confusione, l’avvio con i crudi, alternativamente 9 o 12 portate, sarà il biglietto da visita migliore. Al sashimi italico, potranno seguire altrettanti antipasti cotti e già qui si potrebbe chiudere la partita con il menu…ma andiamo per ordine e vediamo insieme cosa ci è piaciuto di più. Dalla sequenza degli antipasti la tracina con mela annurca è la dimostrazione che il pesce “povero” può entusiasmare.
La catalana di gamberi è decisa e insieme armonica nei sapori
Lo Spaghettone Verrigni con cozze, fragolino, pomodori secchi e vellutata di patate è un piatto completo che di più non si potrebbe, di bella consistenza e voluttuoso.
Per finire, il semifreddo al pistacchio ha il suo perché anche se rimane marginale rispetto a tutto il resto.
Volendo si beve assai bene a prezzi equilibrati; il servizio è spedito per non dire incalzante e il conto è sui 50 Euro, molto ben spesi.