Il Massimo (Bottura) del gusto

Non amiamo follemente le classifiche, noi di Volvo. Ci sono però situazioni e momenti in cui queste vanno ricordate, giusto per dovere (e gusto in questo caso) di cronaca. Eccoci quindi a Modena, centro storico, all’Osteria Francescana. Parliamo fuor di ogni dubbio del ristorante numero uno in Italia. Non è il più costoso, anche se un certo impegno il conto lo richiede, ma ne vale certamente la pena. Massimo Bottura è un cuoco che non soltanto sa che cos’è la cucina nella sua espressione più alta. È anche affabulatore, perché lui i suoi piatti li racconta come nessun altro sa fare, con garbo e senza prosopopea. Questo accade in un luogo di grandissima, sobria eleganza. Atmosfera di classe, opere d’arte moderna e un servizio che riesce a mettere a proprio agio e a far trascorrere qualche ora di puro godimento a chiunque, si tratti di un accolito o di un cliente che ha deciso di vivere un’esperienza. Difficile descrivere i piatti, in qualche modo parlano da sé. Questa volta quindi useremo più immagini che parole, partendo dal menu dei ‘classici’.

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La partenza spetta all’aulla in carpione, in cui gelato e frittura giocano in equilibrio tra consistenze e temperature

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Pane burro e alici, un moderno inno alla gola

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Viaggio a Modena di un capitone di Comacchio, un altro piatto celebre che porta con sé un incontro di sapori e grassezze sublimi

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Geniale l’interpretazione della Caesar salad, nella quale si ritrova un’eccezionale concentrazione di gusto

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Storiche le cinque stagionature di Parmigiano Reggiano in diverse consistenze e temperature

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“come mangiare cotechino e lenticchie 365 giorni all’anno” ovvero un boccone di pura goduria

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Esplosivo “la neve si scioglie al sole”, zuppa d’aglio dolce e lumache che lascia un ricordo indelebile

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Un’invenzione di tanto tempo fa, il croccantino di foie gras con cuore di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena: ne mangeresti uno dietro l’altro, senza fermarti mai

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Tenera, si scioglie in bocca, il sapore della carne in purezza

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Un intermezzo da urlo le “ciliegie” ripiene

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Capolavoro intramontabile, ecco la “patata in attesa di diventare tartufo”. È la quintessenza del sapore ancestrale che raggiunge gli angoli più intimi del palato

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Una grande accoglienza, con la supervisione di Beppe Palmieri, completa l’opera.
Tre i menu degustazione rispettivamente a 130, 165 e 190 euro ai quali abbinare eventualmente una degustazione di vini a 70, 95 o 140 euro o una buona scelta di etichette dalla carta.
Un momento che, va da sé, vale la spesa.
Osteria Francescana

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